Impressioni di un agosto salentino
di luciaguida
Chi mi segue da tempo sa che a me piacciono gli scatti emotivi, quelli impregnati di umoralità e colore caratterizzati da piccoli particolari all’apparenza insignificanti. È quello che ho cercato di trasmettere anche attraverso quest’ultimo reportage fotografico emotivo-sentimentale in un breve interludio salentino, terra da cui mancavo da ben diciotto anni.
Lascio, quindi, commentare i miei pensieri alle immagini, limitandomi a fornire brevissime didascalie laddove reputo ce ne sia bisogno. Il resto tocca a voi: incontrarsi a metà strada serve a questo, a raccogliere ciottoli di mare sulla battigia privilegiando quelli che più ci hanno colpiti per portarli via con noi
A presto
Lucia
“Anche noi, come l’acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare”
Juan Baladán Gadea, citazione letta sulla litoranea verso Tricase di Castro Marina (Le)
Andare alla ricerca di acqua limpida (o di fresche, dolci acque, se preferite) è il tormentone che mi assale vivendo in una città di mare dalla movida ammiccante e variegata ma ahimè dalle spiagge “pettinate” per bene in cui poco è lasciato alla creativa rivisitazione del turista e troppo alla pianificazione di chi vuole che tu ti diverta di default. Il Salento in questo lascia la libertà di scegliere se affollare località vacanziere come Gallipoli o preferire cittadine dal flusso turistico un po’ più contenuto. In comune, tuttavia, c’è la qualità delle acque certamente di grado superiore sia di giorno che al calar del sole che ti invitano a fare un bagno rinfrescante accarezzata da lu ventu che soffia a ogni ora sotto forma di brezza, tramontana, scirocco o ponente.
Nella prima foto spiaggia di Torre Pali, nella seconda costa di Castro Marina, nella terza litorale di S. Maria di Leuca
Chi pensa al Salento pensa erroneamente a paesaggi brulli e aridi. E invece la sorpresa è quella di ritrovare campagne verdissime punteggiate da masserie circondate da ulivi e alberi da frutta e tanta vegetazione mediterranea delimitata a volte da muretti in pietra a secco che conferiscono alla vista un senso di serenità unico. Anche nei borghi c’è la cura amorevole a circondarsi di verde: che sia un ciuffo di fiori appeso sul muro di un’abitazione imbiancata a calce, un piccolo esemplare di fico d’india o un tralcio d’uva che mi riporta indietro a quand’ero bambina e all’abitudine che molti agricoltori avevano di adornare l’entrata principale dei sottani con questa pianta. Quasi a marcare il territorio, sottolineando con orgoglio l’attività che li impegnava con notevole dispendio di energie durante tutto l’anno.

Gli scatti della prima e nella terza foto scatti sono stati realizzati a Specchia, nella seconda a Otranto
Tramonti e albe hanno un particolare fascino in Salento, scivolando verso il mare sul biancore intenso delle abitazioni. Una gioia per chi si intrattiene a respirare profumo di salmastro e serendipità
In foto, lungomare di Otranto, tramonto a Gallipoli, alba a Villa Stasi
Non so se sia soltanto la Bellezza a essere negli occhi di chi guarda; io credo che ci sia una buona dose di divertissement, di bonario fatalismo, di stupore naïf: la giusta attitudine per cogliere dappertutto segni di benevolenza universale. O, se preferite, per carpire quelle gocce di vita spicciola che fanno bello il mondo

In sequenza, particolare del pontile del Lido Relax di S. Maria di Leuca, rampicanti su una villa salentina e panchina per i turisti stanchi nel centro storico di Lecce
C’è mai limite alla preziosità di un luogo? Per me no, almeno per quanto riguarda Lecce, città signorile ed elegante. Dama levantina di altri tempi che impavida resiste agli attacchi dei turisti bramosi di assicurarsene un pezzetto assaggiandolo per il tramite dei famosi pasticciotti alla crema o delle trine meravigliose dei palazzi nobiliari d’epoca che la popolano con generosità. E Otranto, che non fa eccezione a tanto incanto e che qui stigmatizzo attraverso il soffitto finemente istoriato della sua stupenda chiesa madre, aprendosi con fascino velato da modestia immotivata alla curiosità dei suoi visitatori avidi di pregevolezza
In foto particolari del Palazzo dei Celestini a Lecce e della Chiesa di Santa Maria Annunziata a Otranto
Dove ci porterà l’ultima strada che abbiamo intrapreso? Nessuno è in grado di dirlo con ragionevole attendibilità. Certamente verso azioni fatte di cuore e mente, almeno per quello che mi riguarda. Intanto un giro in Salento mi è valsa la grande gioia di poter ammirare da vicino con reverenziale rispetto per la sua bellezza un giglio di mare sulla spiaggia di Pescoluse. Un solo fiore in un mare di altri fiori, nel verde punteggiato dalla macchia mediterranea ma anche dalla sabbia chiara e da ciuffi d’erba appena ingialliti dal sole e dall’arsura.