Ero io quella

Ho letto e riletto questo libro, fino a consumarlo, nell’età sfumata dell’adolescenza, in un’epoca in cui per me e tanti come me tutto e il contrario di tutto avevano la stessa valenza nel giro di pochi secondi e c’erano momenti in cui passavo dal pianto al riso con la facilità con cui scartavo una caramella o provavo a fare un tiro dalla sigaretta rubata dal pacchetto di mio padre.

Ricordo il giorno in cui in classe alle superiori me lo allungarono da un banco all’altro durante una lezione di matematica; non so dirvi se ero annoiata o se la voglia di leggere un libro della mia autrice preferita di allora aveva prevalso sul mio senso del dovere tralasciando di seguire la spiegazione del professore con la giusta attenzione. Il panico mi prese nell’istante in cui mi resi conto che il mio maldestro tentativo di celare in qualche modo il mio oggetto del desiderio non era passato inosservato. Fu questione di attimi e il prof fu accanto a me, disseppellendo la copia di “Ero io quella” da un paio di quaderni. Chiusi gli occhi aspettandomi il peggio che sorprendentemente non accadde. Il prof guardò incuriosito me e la mia compagna di classe che me lo aveva dato pochi minuti prima «Ma leggete Brunella Gasperini?»

E senza aspettare la nostra replica continuò «È un’autrice impegnativa, non è sempre scontato capirla»
Poi lo poggiò con delicatezza sul mio banco mentre io tiravo un sospiro di sollievo. Sentendomi gratificata dall’apprezzamento silenzioso per ciò che leggevo da un uomo notoriamente burbero che incredibilmente aveva deciso di non rimproverarmi.

Da qualche sera “Ero io quella” nella ristampa a cura di GAEditori e le pagine con le vicende dolceamare di Nicoletta e Raf mi aiutano a terminare le mie giornate. Con un briciolo di tenerezza in più: per quella che un tempo ero e per ciò che adesso, da ragazza ‘cresciuta’ sono.