Un’occasione migliore del giorno di Natale non c’era per condividere questa seconda Ricetta d’Autore, coniugando in questo post tutta l’unicità di questa festività vissuta quest’anno senza clamore, nella sua essenza più pura, tra mura domestiche, badando all’importanza delle piccole cose che rendono autentica la nostra vita.
Un dolce tipico e rappresentativo dell’abruzzesità, tanto da spingere a suo tempo Gabriele D’Annunzio a scrivere dei versi a esso dedicati da me preparato secondo una ricetta di famiglia trasmessa di madre in figlia.
Buona lettura e buona preparazione ma soprattutto che lo Spirito del Natale più genuino (di nome e di fatto!) sia sempre con voi.
A special thank to Maria Grazia Di Biagio, ispiratrice di questo post, poeta molto brava e altrettanto brava gourmet e cuoca.
A rileggerci presto
Lucia
Il Parrozzo
Ingredienti:
Preparazione:
Sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere la semola poco per volta, le mandorle tritate al mixer, la buccia di limone grattugiata e la fiala aromatica. Alla fine incorporare gli albumi montati a neve ben ferma, mescolando dal basso verso l’alto. Cuocere in forno statico a 150°/160° per un’ora e mezza circa. Lasciar raffreddare ben bene, capovolgere su una superficie piana e spalmare con una spatola sulla calotta la cioccolata fondente fusa a bagnomaria. Aspettare che solidifichi mettendolo a riposo in un luogo fresco, tagliare a fette e servire.
NB: lo stampo adatto per cuocere in forno (di forma semisferica) è reperibile anche su Amazon. Io ne ho usato uno di alluminio del diametro di 20 cm.
Il suggerimento extra: accompagnare una fettina di questo dolce con un bicchierino di Aurum, liquore aromatico al gusto di arancia tipico di queste zone, o in alternativa con del bon limoncello o arancino preparati in casa
La citazione:
“I dolci in tavola sono come i concerti barocchi nella storia della musica: un’arte sottile.”
Isabel Allende, ‘Afrodita’ (1998)
In piena pandemia ogni viaggio si affronta con qualche patema in più. Ma era l’occasione di rivedere mia figlia, al momento di stanza in Svizzera dal punto di vista professionale. È diventata un’occasione rubata alle circostanze per conoscere una città, Berna, capitale di stato, dal fascino soffuso ma non di meno incantevole.
Ve la racconto grazie a qualche scatto emozionale.
Buona visione e buona lettura.
Che la scrittura sia una parte essenziale della mia vita a cui, ahimè, spesso non do il giusto spazio a causa delle contingenze del momento e della mia emotività spiccata (che non mi consente di scrivere se non in situazione di assoluta serenità), credo sia chiaro a chi mi conosce bene.
In questo lungo periodo di ‘riflessione narrativa’, chiamiamola così, non me ne sono stata totalmente con le mani in mano.
Ho ricevuto un paio di proposte di pubblicazione per il mio ultimo romanzo inedito su cui ho molto riflettuto (per me pubblicare bene non è semplicemente pubblicare), partecipato a un concorso letterario nazionale in cui sono arrivata in finale. Contribuito alla realizzazione di due antologie di A.A.V.V., la prima di imminente pubblicazione a cura della Lùdo Edizioni, intitolata “Abbracciamo il mondo” dal taglio positivo e costruttivo incentrata sulla progettualità di tutti noi durante il periodo di quarantena stretta. Il mio secondo contributo sarà di tipo sensoriale ad ampio spettro e verrà edito da una casa editrice abruzzese di cui per scaramanzia non dico nulla.
Un’altra mia storia apparirà a fine settembre nella rubrica “Il sabato del racconto” a cura di Tito Pioli per la Cronaca di Parma di Repubblica.it
Con le dovute accortezze e nel rispetto delle misure di contenimento era bene riprendere dimestichezza nella dimensione pubblica della scrittura. Ciò mi ha, infine, convinta a contribuire attivamente come autrice a un reading letterario nella città in cui vivo e lavoro.
Nella ‘vitadaLucia’ ho cambiato sede lavorativa per mia libera scelta
Ho,poi, ricominciato a viaggiare regalandomi una parentesi breve ma meravigliosa in Sardegna che, ne sono certa, mi offrirà tanti spunti di arricchimento personale oltre che scrittorio.
Insomma, sono consapevole che la vita continui e che sia un peccato non approfittare delle piccole e grandi gioie che offre.
Del doman non v’è certezza, forse mai come in questo periodo. C’è tuttavia la necessità di ricordarci che abbiamo il dovere di sfruttare tutte le possibilità esistenziali che ci vengono offerte. Magari stando bene attenti ad attraversare sempre sulle strisce pedonali col verde al semaforo.
Lucia
Il bello di godere di ampia autonomia personale è poter decidere all’ultimo momento di partire e farlo in fretta e furia, scegliendo di viaggiare in treno per diletto e non semplicemente sull’onda emotiva scatenata da Greta Thunberg e dalla necessità di buone pratiche ecosostenibili.
E così, in molto meno tempo di quanto non si crederebbe, nasce il mio fine settimana trascorso in Svizzera, a Lucerna nell’ottobre di quest’anno. Per voi alcuni scatti alla Lucia’s Way of Life: brevi e intensi, assolutamente non convenzionali o programmati.
Buona visione
Lucia
LISBOA
Cidade branca
semeada
de pedras
Cidade azul
semeada
de céu
Cidade negra
como um beco
Cidade desabitada
como um armazém
Cidade lilás
semeada
de jacarandás
Cidade dourada
semeada
de igrejas
Cidade prateada
semeada
de Tejo
Cidade que se degrada
cidade que acaba
Adília Lopes, in ‘Poemas Novos’ , & etc, 2004
Lucia
“In Love, Convenience and Passion travel on tracks that will never meet”
“Amore e comodità in amore viaggiano su binari distanti”
L. Guida
Ph.credit: ‘Pensieri distanti’, scatto di Corrado Ferrari su fotocommunitydotit
Prendi un lungo weekend primaverile post pasquale, aggiungici delle incombenze familiari da sbrigare. Mescola il tutto con molta nostalgia per ciò che è stato e per quello che sarà. Otterrai una narrazione di pancia molto ma molto personale di tre giornate per buona parte trascorse nel cuore di una città fascinosa, ammiccante e seduttiva: Bologna.
Iniziare questo mini viaggio partendo dal giardino di tua figlia e da un ciuffo di tulipani piantati chissà da chi e in quale anno, fioriti con ingenua spudoratezza in un fazzoletto di terra in semi periferia finalmente bendisposto alla bella stagione.
Forza e fragilità femminile tra passato e presente attraverso i 19 poster delle ‘Staffette Partigiane’ in grande formato realizzati sulle bacheche di Via San Giacomo, progetto curato da “Canicola” con la partecipazione di alcune scuole secondarie di I grado di Bologna. Ed è inconfutabilmente e per sempre Liberazione.
Portici bolognesi e icone votive nel centro di Bologna tra sprazzi di nuvole e sole.
Verso l’alto, tra intrichi e torri svettanti.
Ma il cielo ‘è sempre più blu’ (cit.)
Una canzone e un amico per cui scriverla o cantarla.
Prospettive diverse in un solo tramonto prima della sera.
Di Re e Regine. Di antichi amori e splendori. Di vita che va.
Di Bellezza che resta.
VIVERE È SPORCARSI LE MANI.
A volte mi chiedo se trincerarsi in una torre eburnea, chiudendosi occhi, orecchie e bocca, potrebbe servire ad accettare l’inaccettabile che quotidianamente ci viene propinato.
L’utopia di chi procede per strada sotto un acquazzone, cercando inutilmente di non infangarsi la suola delle scarpe.
Poi mi rispondo che, tanto, non ne sarei capace.
Non potrei starmene zitta e subire con la noncuranza di chi crede di poter guardare a distanza il mondo. Semplicemente perché di quella folla, che mi piaccia o no, seppure in maniera infinitesimale io faccio parte. E posso fare la differenza, se soltanto lo voglio. Se soltanto permetto a me stessa di provarci.
‘Sporcarsi le mani’ serve molto di più di quanto non si pensi. E se, magari, non avrà sortito l’effetto sperato, aiuterà il pensiero di averci provato. Magari districandosi tra prove ed errori, ma in qualche modo agendo.
“Exercising Power may weaken people. That is because Hearts and Minds of those that use it may progressively become poorer”
“L’esercizio del potere può indebolire le persone, perché il cuore e le menti di coloro che lo usano possono diventare progressivamente più poveri”
L. Guida
ph.credit: alleyoopdotilsole24oredotcom