Springtime

Da poche ore siamo ufficialmente in primavera. E’ tempo di rinascita, di bilanci leggeri, di apertura verso un cielo oggi pieno di nuvole cinerine  e di sprazzi disinvolti di sole.

Una mia poesia per celebrare questo tempo denso di aspettative che promette bene per andar via senza voltarsi indietro

Ode alla Primavera

 

Sono grata ai petali di ciliegio,

in libera e impalpabile caduta,

di aver coperto le angustie

della mia giornata.

Le piccole ma cocenti

delusioni,

l’attimo sfuggito

alle mie dita

avide di vita;

i buoni propositi

mutati

in rassegnazione

piana, pacata.

Il sole che stenta

ad affacciarsi

attraverso questa coltre

grigioazzurra e dissimulatrice.

Le mie aspettative

che hanno bisogno di rugiada fresca

e di un nuovo mattino.

La mia speranza

racchiusa in un rosa

delicato e persistente,

oggi fiore in boccio

domani frutto goloso

e succulento.

Lucia Guida

photo by weheartit.com

ADOTTA UN EDITORE – INTERVISTA AD ALESSANDRA GAGGIOLI, DIRETTORE EDITORIALE e socio fondatore di FARNESI EDITORE .

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Le case editrici costituiscono un passaggio importante e fondamentale nel “viaggio dell’eroe” di ciascun aspirante scrittore. Specialmente quando un autore ha voglia di debuttare senza incappare nelle pastoie dell’editoria a pagamento.

Nel post di oggi ho il piacere di presentare la Farnesi Editore di Prato, rigorosamente NoEAP, per il tramite della sua direttrice editoriale Alessandra Gaggioli. L’intervista, che qui posto senza soluzione di continuità, è parte dell’iniziativa “Adotta un Editore” proposta dalle versatili e dinamiche bariste di Starbook Coffee, sito e pagina Facebook dedicati a iniziative, novità e notizie scrittorie a 360°.

Buona lettura

Farnesi Editore è una giovane casa editrice No EAP toscana nata nel gennaio del 2012 con sede a Prato. Nel suo progetto editoriale, esplicitato con essenzialità ma anche con un’estrema chiarezza d’intenti nel sito di riferimento, mi colpiscono due frasi, a mio avviso molto significative: il fatto che la Farnesi sia per la “valorizzazione del patrimonio letterario italiano inedito”e la sua determinazione di “portare al pubblico autori che sappiano fare letteratura.  Due mete estremamente ambiziose che mi incuriosiscono e che mi spingono ad approfondire la conoscenza di questa nuova realtà editoriale con un’intervista  a tutto tondo ad   Alessandra Gaggioli, architetto, direttrice editoriale  e supervisore della parte artistica per la Farnesi nonché sua socia fondatrice. Partiamo subito con le domande:

1)      Nella brevissima presentazione digitale di voi sul sito della Farnesi colpisce l’impegno a pubblicare opere di qualità. Oltre a questa puntualizzazione che premia un lettore attento ed esigente nel mare magnum dell’editoria italiana odierna, quali sono i punti cardine del vostro progetto? Quale in breve la Mission della Farnesi per chi sta iniziando a conoscervi adesso?

Farnesi nasce in un periodo difficile per l’editoria, poteva essere una tra tante case editrici minori, eppure la certezza che nei periodi di difficoltà si producono  le cose migliori ci ha spinto a tentare questa avventura. Siamo cinque socie, di cui solo due scrittrici, io (con lo pseudonimo Federica Gnomo Twins) e la signora Maria Lucetta Russotto, tutte animate dalla passione per la lettura e convinte che non bisogna andare a scovare all’estero bravi scrittori. In pratica l’idea base è voler dare spazio alle penne nazionali, agli esordienti, e farci coinvolgere dagli autori in progetti  che possono apparire “vintage” ma che in realtà sono altamente innovativi. Il tutto con una veste grafica curata che dia il giusto risalto all’opera.

Ad esempio abbiamo pubblicato come primo autore uno scrittore di favole, un papà, che sta avendo un grandissimo successo: ero convinta che la favola non fosse solo per bambini, ma potesse arrivare anche l’animo degli adulti. Il libro Melodia infatti tocca  molte corde e molti cuori di ogni età, e l’autore Armando Maschini sta ricavandosi un grande spazio nel panorama letterario “fiabesco”, come dice lui.

2)      Farnesi Editore è manifestamente per la pubblicazione non  a pagamento. In un mercato editoriale variegato come quello italiano in cui spesso “pagare per lavorare” e cioè sborsare cifre esorbitanti per essere pubblicati è un vezzo ancora piuttosto diffuso, quali sono le difficoltà incontrate da un piccolo editore che punta su poche opere selezionate da una prospettiva diametralmente opposta?

Il vero ostacolo per un piccolo editore passionale come noi, non è trovare bravi collaboratori, o lavorare e investire su un autore in cui crediamo, siamo imprenditrici e anticipiamo sempre tutte le spese.  La tragedia grossa è la  distribuzione capillare, viziata da richieste di percentuali altissime( 65%) da parte dei distributori e la riscossione lentissima del venduto(anche un anno e mezzo). Questo porta a dover ponderare ogni uscita con molta attenzione, ma noi non chiederemo mai contributi all’autore, noi siamo l’editore: il rischio è solo nostro.

3)      La vostra proposta editoriale si incentra sulle quattro collane “Verdemela”, “Peperosa”,  “Giallostorie”, “Biancocarta”. Puoi parlarci in breve di ciascuna di esse?

“Verdemela” è nata per prima, e si rivolge ad adulti e ragazzi che amino la freschezza del fantastico. “Biancocarta” raduna il varia, cioè ricette, attualità, esoterismo o esperimenti misti come il nostro secondo libro “Non voglio vedere verde” di Giada Briziarelli  e AA.VV, in cui si alternano ricette e fiabe che hanno per protagonisti gli ortaggi. “Peperosa” vuole essere una collana di commedie rosa, divertenti, frizzanti, ma non banali, vorremmo affrontare temi anche spinosi ma con semplicità e arrivare a un pubblico vasto.” Giallostorie”, come dice il nome, accoglie il giallo, le penne italiane, maschili ma sempre più spesso femminili,  intense, introspettive, addirittura venate di casalingo.Stiamo per uscire anche con la narrativa: un autore sardo molto bravo. Il nome della collana è in fieri. Insomma ci piace scovare belle storie, anche di vita vissuta, che abbiano la forza del quotidiano o la magia delle piccole cose.

4)      La distribuzione è un punto nodale per una piccola casa editrice dal momento che una propaganda mirata, seguita da una buona pubblicizzazione, danno spesso risultati sorprendenti. La Farnesi come si pone in quest’ottica? Preferisce vendere i propri prodotti librari attraverso il proprio sito, proporsi direttamente in libreria oppure affidarsi agli store on-line?

Come ho accennato, e dopo aver preso contatti anche con la distribuzione nazionale, ci stiamo orientando per una rete capillare di librerie fiduciarie. Piattaforme on-line e vendita diretta dal sito attrezzato con  e-commerce. Preferiamo spendere in pubblicità che pagare solo i distributori. Un libro solitario in ogni libreria non ottiene molti risultati … meglio qualche pagina di giornale.

5) Farnesi Editore sponsorizza da quest’anno il Premio Letterario città di Prato. Puoi parlarci di questa esperienza?

Il comune di Prato ci ha proposto  di legare il nostro concorso “Il tuo libro in libreria” alla città  e abbiamo accettato con entusiasmo. Questo ci  permetterà una bella manifestazione di premiazione per l’autore e l’opera prescelta. Non posso dirvi di più in quanto è la direzione marketing che si occupa di questo.

6) Pubblicazioni cartacee o digitali? Quali le prospettive e i margini di crescita e/o diversificazione della Farnesi in un’epoca in cui e-book, kindle, ipad e quant’altro sono oramai parte del vocabolario d’uso di buona parte del pubblico dei lettori?

Per ora noi operiamo in carta e abbiamo una collaborazione con la romana Dalim per la creazione e la diffusione su ogni piattaforma e in ogni formato di tutte le nostre opere, per cui l’autore è coperto anche dal punto di vista digitale in tutta serietà.

7) Una piccola casa editrice indipendente è spesso al centro delle aspettative di aspiranti scrittori esordienti; cosa consiglieresti a un autore in cerca di pubblicazione?

In generale dico di non mollare mai e cercare la casa editrice adatta alla propria opera, nel frattempo  tenere bene aperti gli occhi. Spesso un’opera non adatta  per un periodo lo sarà tra due o tre anni, oppure quello che non piace a x piace a k,  insomma bisogna essere anche  bravi venditori di se stessi. E una volta entrati in una squadra dare il meglio per collaborare ed emergere. Ricordarsi sempre che la stampa del libro è solo il primo passo, il lavoro vero viene dopo.

8) Parlando in generale, al momento ritieni che ci siano dei generi letterari che tirano di più nel mercato dell’editoria? Ammettendo e non concedendo che uno scrittore esordiente possieda in tal senso una certa versatilità e che sia in grado di spaziare dal fantasy al pulp, ad esempio, con una certa credibilità.

Ogni scrittore ha un suo genere congeniale, ma ciò non toglie che possa cimentarsi in altro, sempre che  la cosa nasca da un suo desiderio e non da una imposizione di mercato. Certo è che alcuni generi tirano più di altri, commercialmente parlando. I piccoli editori possono fare scelte commerciali differenziate o di nicchia, e questa nicchia può anche non essere quella che fa  grandi numeri ma avere estimatori costanti. Noi editori alle prime armi dobbiamo dosare vendibilità, visibilità, e qualità.

9) Fiere librarie e presentazioni letterarie contribuiscono spesso al lancio e/o alla pubblicizzazione della casa editrice e degli autori che essa propone. Quale la tua esperienza in merito?

Noi finora abbiamo poca esperienza di fiere, stiamo arricchendo la nostra offerta, ma devo dire che i nostri autori Armando Maschini, Anna Genni Miliotti e Giada Briziarelli hanno fatto e stanno facendo delle meravigliose presentazioni, piene di gente e incentrate molto sulla interazione col pubblico e i bambini.

10) A te l’onore e l’onere di scegliere le copertine delle opere pubblicate dalla tua casa editrice. Quanto conta in tal senso l’immagine visiva di un prodotto editoriale, con riferimento alla prima e quarta di copertina, nel catturare l’attenzione di un potenziale lettore?

Voglio specificare che naturalmente la mia scelta viene poi sottoposta a tutte le socie, e spesso concordata con l’autore, mi piace che quest’ultimo sia partecipe delle dinamiche di selezione, così come quando studiamo il titolo. La parte visiva dell’opera, in un mondo in cui l’immagine è la regola, la ritengo importantissima. L’opera deve emergere dalla massa e colpire l’immaginario del lettore. Poi però assicurare anche ottimi contenuti. Non amo ingannare con false aspettative. Né dare una veste grafica dissonante ai contenuti. Qui entra in gioco la mia formazione artistica.

11) Quali sono i progetti e i sogni nel cassetto della Farnesi Editore?

Già il fatto di avere festeggiato il primo compleanno e avere in campo opere che continuano a vendere bene è un risultato eccezionale, mi auguro di continuare così, e avere in casa editrice sempre autori di cuore, consapevoli del loro valore ma semplici,  felici di scrivere e pubblicare con noi. Non possiamo promettere la visibilità di un grosso editore, però ogni viaggio, come tutti sanno, comincia da un piccolo passo. E magari Farnesi farà tanta strada!

a cura di Lucia Guida

N.B. E’ possibile leggere la presente intervista in due tranches in originale nei seguenti link:

http://starbooks.it/2013/03/18/intervista-al-direttore-editoriale-di-farnesi-editore-2/

http://starbooks.it/2013/03/20/intervista-al-direttore-editoriale-di-farnesi-editore/

PRESENTAZIONI D’AUTORE – “Il cielo capovolto” di Stefano Carnicelli

“Il cielo capovolto” è il titolo del romanzo d’esordio di Stefano Carnicelli, ma anche il titolo di una famosa canzone di Roberto Vecchioni del 1995 e del quadro di Chloé Martin, nipotina dell’autore abruzzese e autrice della bellissima copertina di quest’opera da me presentata domenica 3 marzo 2013 presso l’Associazione Culturale OliS di Montesilvano (PE). Una triplicità che non è affatto ridondante ma che rimanda al colore che la lettura di questo romanzo, pubblicato nel 2011 per Prospettiva Editrice, ci propone: un blu intenso e coinvolgente, caratteristica predominante, nelle sue mille sfumature, del mare e del cielo.

Francesco è un giovane studente universitario diviso tra gli studi di ingegneria, la passione calcistica praticata attivamente e l’affetto profondo nutrito per suo padre, suo unico punto di riferimento affettivo. A un certo punto la sua tranquilla esistenza è sconvolta dalla morte improvvisa di Mario, avvenuta in circostanze estremamente tragiche e in parte misteriose. Facendo buon uso degli insegnamenti di quest’ultimo, Francesco prova a risollevarsi e a cercare un nuovo baricentro. Lo trova ne “Il cielo capovolto”, un villaggio-vacanze in cui decide di andare a lavorare durante la sua prima estate vissuta in completa solitudine. L’allontanamento volontario dal paese natio innescherà in lui un processo di crescita interiore, un vero e proprio “viaggio dell’eroe”, che lo aiuterà a raggiungere consapevolezza maggiore attraverso nuove prove esistenziali condite dal gusto dolceamaro dell’amore e della sofferenza.

Per questo viottolo dal terreno spesso accidentato,  la sensazione, netta, che Stefano proceda di pari passo con Francesco, la sua creatura “di parola e di azione” non abbandona mai il lettore. E può capitare di imbattersi in strofe di  canzoni di Fossati e Vecchioni, in considerazioni filosofico-esistenziali, citazioni letterarie di tutto rispetto affiancate da vecchi adagi popolari pensando a Francesco come ideale portavoce di Stefano, impegnati, entrambi, in un’autentica sinergia narrativa che è anche esistenziale.

Molte le tematiche degne di rilievo trattate nel libro. Ne cito solo un paio. Il primo filo scrittorio annodato da Stefano è quello dell’attesa: l’attesa di poter tornare, per Francesco, alla normalità ma anche l’attesa di poter arrivare a capo della morte di suo padre; aspettando, infine, di poter risentire  e rivedere Stella, la donna della sua vita, unico personaggio femminile descritto a tutto tondo con grande meticolosità. Seguono il sogno  e l’immaginario  come escamotage personale di Francesco per riconquistare, attraverso la dimensione onirica e immaginifica, le cose perdute: l’affetto di suo padre e poi quello di Stella, aprendo a occhi chiusi ogni sera “le porte dei sogni” per ricollegarsi mentalmente a un piano atemporale collocato nella propria interiorità, a dispetto di un mondo reale non sempre all’altezza delle sue aspettative.

Per stessa definizione di Stefano Carnicelli la trama de “Il cielo capovolto” è assai semplice, nell’accezione più positiva del termine: piana ed essenziale, come solo le cose del vivere comune sanno essere; mai, tuttavia, scevra di elementi di positività e speranza, attitudini alla base del messaggio che l’autore ci vuol trasmettere attraverso le pagine di questo libro.

Illuminante in tal senso la motivazione del secondo posto conquistato da quest’opera nel Premio Letterario Nabokov 2012, per la sezione narrativa:

“La vita riserva ad ognuno di noi gioie e dolori. Apre e chiude porte che spesso ci conducono verso scelte dolorose e momenti difficili. Stefano Carnicelli con il coraggio dei grandi scrittori decide di narrare la difficoltà del vivere per farci scoprire la gioia della vita. “

Una consacrazione letteraria che ben riflette l’affetto con cui i lettori hanno, a oggi, accolto il battesimo narrativo di Stefano.

L’autore

Stefano Carnicelli è nato a Tornimparte (AQ) nel 1966. Attualmente risiede  e lavora a L’Aquila per un istituto di credito. Ama leggere opere di narrativa contemporanea e scrivere quando la sua professione e gli impegni di famiglia glielo consentono. Appassionato di musica e di calcio ha collaborato in passato con la testata giornalistica abruzzese del “Centro” occupandosi nel presente della rubrica letteraria di abexpress, digital magazine regionale. Attualmente è impegnato nell’editing del suo secondo romanzo, di prossima pubblicazione  sempre per la Prospettiva Editrice.

Le citazioni

 

A proposito di Stella:

“Sei stata un’onda partita da molto lontano che si avvicinava sempre più a riva, verso di me. Eri lì in perenne e costante movimento; un’onda che cresceva attimo dopo attimo, giorno dopo giorno. Ti sei autoalimentata nel tuo mare per abbatterti con dolcezza su di me. Mi sono sentito invaso da te e da tutte le energie che hai saputo trasmettermi (…) Era come se vedessi le stesse cose con occhi nuovi e ben diversi dai precedenti; sono sparite le ombre tetre e le tristi incertezze che avevo dentro.”

A proposito della morte di Mario e delle implicazioni del destino nelle vicende umane:

“La vita era fatta di tante e piccole verità; c’erano i padri e i figli perché la vita si prende e poi, nuovamente si dona ai figli che verranno. E c’erano anche i cani che guidano le pecore perché alcune figure sono e saranno, nella vita, coloro che guideranno quella massa di gente che si lascerà, nel bene e nel male, condurre. Ma la disciplina della terra era anche quell’insieme di nomi fatalmente dimenticati dalla parte negativa e ostile, quella sinistra, appunto, del destino. Ecco chi era il Suonatore; era la sorte, il fato, e aveva dimenticato Mario sotto la sua mano sinistra.”

A proposito del rapporto uomo-donna e come commento all’ultimo canto di Saffo:

“E’ una caratteristica dell’universo maschile quella di vivere sempre in un clima incerto e burrascoso a differenza dell’universo femminile che è più fermo, deciso, definito, eterno e vero come il cielo. Da una parte il mondo agitato e irrisolto dell’uomo che rappresenta il mare, dall’altra il mondo fermo e reale dell’universo femminile che rappresenta il cielo.”

Con riferimento, infine, alla tenacia con cui bisogna affrontare le alterne vicende della vita:

“ In ogni situazione che vivi, in sostanza, si può essere o martello o incudine. Se hai la fortuna di essere martello, potrai battere; se, invece, sei incudine, puoi solo stare e subire il destino! Francesco amava questo proverbio ed era stato sempre ispirato da queste parole (…) In qualche modo cercava sempre di essere un po’ martello, magari un martello anche piccolo, con battuta leggera e quasi impercettibile, ma pur sempre un martello! L’essere incudine significava subire passivamente. A volte era inevitabile, come era stato nella vicenda di suo padre, ma già la semplice reazione all’imponderabile destino appariva, ai suoi occhi, come un riappropriarsi pienamente della propria vita (…).”

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“Presentazione de “Il cielo capovolto” a OliS, Associazione Culturale di Montesilvano (PE)

3 marzo 2013

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I link del blog di Stefano Carnicelli e della sua pagina facebook dedicata al suo romanzo:

http://www.stefanocarnicelli.it/

https://www.facebook.com/#!/groups/169769379761870/?fref=ts

“Il cielo capovolto” edito da prospettiva Editrice è reperibile qui e nei principali store on-line